«L’ipotesi cibernetica, negli ultimi capitoli, suggerisce strategie di fuga, tecniche d’invisibilità, costituzione o scoperta di Zone di Opacità Offensive che rendano possibile sottrarsi all’occhio onnipresente del buon pastore, da cui si viene “benevolmente” identificati e presi in carico. In questo universo claustrofobico, equamente ripartito tra polizia e cittadini, è necessario non partecipare, disaffiliarsi senza gesti plateali, senza dichiarazioni tonitruanti. Ciò che l’Impero teme maggiormente è l’invisibilità, lo stato gassoso… E, sia detto una volta per tutte ai tanti cittadini connessi, impegnati a costruirsi e a divulgare profili: l’elemento che inceppa la macchina, che ci rende ingovernabili, è la nostra illeggibilità.», dalla nota introduttiva di G. Battisti.
Download gratuito dell’ebook in pdf: http://maldoror.noblogs.org/files/2012/09/TIQQUN-IpotesiCibernetica.pdf
La traduzione dell’omonimo saggio apparso sul n. 2 della rivista Tiqqun (2001). Edizione italiana a cura di Guido Battisti. Copertina di Andrea Lecca.
«La rivolta invisibile, la guerriglia diffusa, non sanzionano un’ingiustizia; esse creano un mondo possibile. Nel linguaggio dell’ipotesi cibernetica la rivolta invisibile, la guerriglia diffusa, a livello molecolare posso crearla in due maniere. Primo gesto, fabbrico del reale, demolisco e mi demolisco demolendo. Da qui provengono tutti i sabotaggi. In questo momento ciò che il mio comportamento rappresenta non esiste per il dispositivo che si distrugge insieme a me. Né 0 né 1, io sono il terzo assoluto. Il mio godimento eccede il dispositivo. Secondo gesto, non rispondo ai circuiti retroattivi umani o macchinici che tentano di accerchiarmi; come Bartleby io “avrei preferenza di no”, mi tengo a distanza, non rientro nello spazio dei flussi, non mi collego, rimango fermo. Faccio uso della mia passività come d’una potenza contro i dispositivi. Né 0 né 1, io sono il nulla assoluto. Primo tempo: godo perversamente. Secondo tempo: mi metto da parte. Aldilà. Aldiquà. Cortocircuito e scollegamento.», Tiqqun, L’ipotesi cibernetica.