Carmine Mangone + Giovanna Eliantonio, È ancora presto per l’eternità / La stanza blu

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Testi: Carmine Mangone

Fotografie: Giovanna Eliantonio


«Lo spazio non sempre è un luogo, non sempre accoglie la presenza del vivente e se ne fa dimora.

I luoghi comuni sono infranti senza posa, banalizzati. Bisogna quindi ricostruire i luoghi, creare comunanza, farsi tana.

Nel dominio totalitario del capitale, l’uomo non è più una garanzia, non crea luoghi per sé, per la propria unicità, bensì depositi per le merci e modi di circolazione intensiva per il valore di scambio. Le sue case sono sedi per stoccare la merce-uomo, la sua mente è ormai un ubuesco ipermercato.

Forma e sostanza della merce sono le due facce della distopia generalizzata, dove la morte che neghiamo, dopo aver negato dapprincipio vita e passione, è solo un paravento per nasconderci la morte che è già qui, che è già nelle relazioni col mondo che manchiamo. (…)

Parafrasando Stirner, che a sua volta citava Goethe, potrei dire che Giovanna ha infondato la propria causa sul volto, il che vuol dire che non ha bisogno del proprio volto per creare la necessità di un’arte. Il suo volto è già rivolto verso la presenza impossibile – la presenza rivoltata – non avendo alcun bisogno di farsi cronaca immateriale di un presente databile, purificato e da collazionare. (…)

Chiudi gli occhi e fa’ fiorire il mondo. Tocca l’altro e fanne poesia. Attraversa la soglia e ritròvati imminente nello stesso mondo.»

 


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