Category Archives: poesia erotica

Romina Capo, Carmine Mangone :: EROTICÀRDIO

 

 

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Folgorante raccolta di testi poetici, scritta nell’arco di appena tre settimane tra il luglio e l’agosto 2018. Un varco attraverso i giorni, un tentativo per l’affetto, una ricerca di unicità e consapevolezza per azzannare il desiderio. Con venti illustrazioni di Alfonso Nacchia.

 

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Scostato il millantare delle lancette
le frette di arrivi e partenze
le scarpe strette dal troppo camminare
slordato il bacio dal sale
Noi .eravamo bellissimi
con tutte le nostre ruggini
ingoiate .le anemie dei cuori spaccati
come mele e come ferrose assenze
dimenticate .tra ferrovie e zone d’imbarco

(in ogni cielo cupo esiste un varco
anche se ha sapore di pioggia).

ROMINA CAPO

 

Le parole si prendono cura di tutto, sottraendoci a quel rifugio che può essere il pensiero della morte, del silenzio, eppure non rimediano a nulla.
M’interrogo sulle origini del movimento. Mi chiedo se ho sofferto per la conoscenza. Il pensiero è la sedimentazione di una follia elusa, di un dubbio suturato.
Da ragazzo, giocavo per strada tirando calci a un pallone e ancora non avevo quest’interesse per le rilegature. Ero dato dalla bellezza dell’accidentale, dalla malizia di un’obbedienza verso ogni tipo di disastro. Il mio cuore non aveva scadenze. La minaccia del destino era blanda. Vivevo sotto la sorveglianza delle mie sole esaltazioni.
Dov’è finita quella mancanza di fine? Dove si è incagliato quel me stesso eccessivo e spensierato? Come mai, a un certo punto della mia vita, ho scelto di amare restando poeticamente inadatto all’amore?

CARMINE MANGONE

 


Carmine Mangone :: Non me ne frega un cazzo della letteratura

 

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“(…) Questi versi restano fedeli ad un’incompiutezza, mi rappresentano solo in parte, rappresentano cioè solo sommariamente ciò che portano di riflesso, e andranno quindi oltrepassati (o completati) in ben altro e con ben altro rigore. (…) Che poi, a dirla tutta, qui non si tratta neanche di puro gioco. Ho sempre considerato l’amore una cosa tremendamente seria, che va affrontata semmai con la sfrontata leggerezza che potevano avere, che so?, gli anarchici spagnoli che bruciavano le chiese negli anni Trenta del secolo scorso. Ecco. Bruciare le “parrocchie” della poesia, della letteratura; farsi autori di un intero mondo, non di una semplice, meschina silloge di poesia (posso confessarvi che il termine “silloge” mi è sempre stato sul cazzo?): ecco parte della totalità che ho sempre avuto in mente, ed ecco il senso, certo provocatorio, ma anche a mo’ di scongiuro, che si cela dietro il titolo di questa raccolta. Raccolta che esce (gratuitamente, com’è giusto che sia, dato il mio sogno di abbattere ogni valorizzazione capitalista) anche per un altro motivo (non semplicemente per la necessità mai doma di dire l’amore, ma anche per un’altra forma d’affetto che mi rimbomba dentro) e che concerne gli amici, i compagni che hanno apprezzato in questi ultimi due anni la lettura dal vivo di alcune tra queste composizioni. Anche per loro, per loro che sanno amare e ridere, esce questa cosa informe che vuole spingersi beffardamente ai confini della poesia scritta. Invece a tutti gli altri dico di non crucciarsi: si tratta infatti della mia ultima, maldestra acrobazia in versi. È tempo ormai di dare un’altra forma (una forma rigorosa, inflessibile e meno instabile) alla prassi umana che mi preme affermare. Rimbaud è morto per i suoi peccati, non per i vostri. Scagliamo dunque la prima pietra. La vita non è altrove.” (dalla nota introduttiva di Carmine Mangone).

 

>>> Disegni di Simona Pocorobba <<<

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io devo dirtelo
devo proprio dirtelo
ho quest’urgenza che nasce dal sangue
dalla sovversione di sangue e sperma che mi rende vivo
tu puoi togliermi la poesia
può togliermi rimbaud lautréamont artaud
puoi togliermi tutti i rumori che mi stregano
puoi togliermi gli einstürzende neubauten i joy division i crass
puoi bruciare i miei libri
puoi saccheggiare il mio cielo di stelle spurie
puoi rapinarmi di tutte le parole
anche di queste parole così stronze
ma non mi puoi escludere dall’esperienza del tuo culo
non puoi negarmi la freschezza di quella fessura che taglia in due la
mia capacità di discernere e che traccia una fossa delle marianne tra
le tue reni e l’orizzonte degli eventi
il tuo culo è il disastro eracliteo di ogni mio giorno
il tuo culo è questo bassorilievo caldo che nessun museo potrà gelare
il tuo culo è nato dalla supernova che fu il mondo prima dell’amore
devo proprio dirtelo
non m’interessa dove va la letteratura
non me ne frega un cazzo della letteratura
mi preme solo l’opera di carne che
sarà nostra prima del compimento finale
prima del termine di ciò che è senza termine
esaurendosi senza fine tra me e te


L’Arcangelico di Georges Bataille

in un bicchiere di gin
una notte di festa
le stelle cadono dal cielo

tracanno il fulmine a sorsate
riderò ai bagliori
col fulmine nel cuore

http://maldoror.noblogs.org/files/2011/01/GeorgesBataille_Arcangelico.pdf

Uno dei più grandi pensatori del Novecento. Una poesia scarna, insondabile, tesa sempre al limite. L’Arcangelico di Georges Bataille, la raccolta pubblicata nel 1944, in una nuova traduzione italiana, con in più le undici poesie scartate dall’autore e i versi di L’essere indifferenziato non è niente (1954).

In appendice: due testi di Roberto Belli (aka nihilNONorgan) e Carmine Mangone.

Le fotografie che illustrano l’ebook sono di Alessandro Tocco.

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e se non vorresti placarmi _ potrai essere
crudele come me _ che guardo per ore
il senso della tua _ lingua
ammobiliata con
semplicità e _ pronta a penetrare?

da prima i seni _ come una grotta misteriosa
poi la fica _ come uno stendardo nero

due gambe perfette e _ una
bomba rudimentale come _ una sorella

in quell’istante _ un gran chiasso
qualche misura inusitata _ a spiovere

la mia bocca _ ho un’amante
la miccia _ l’impiego certo dell’aria nuova

[Roberto Belli]

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(…) Il corpo di una nuova Comune. – Ossia il fuori che si veste anche del mio corpo, che ride anche sulle mie labbra, che gronda il sangue che sarà anche mio in ogni emorragia di senso. Devo cercare i molti che sono nell’uno, l’algebra che sconvolge ogni calcolo, quel modo dell’affetto carnale dove la condivisione è un incastro mutevole, una divisione indivisibile, una sottrazione senza mancanze. (…) Spogliare il corpo di ogni spettacolo. Spogliare il mio e il tuo, di corpi, insieme ai loro pensieri, alle cose, alla parola che li limita. Svestire il destino, toccare, amarsi, mentre l’idea del corpo continua a parlare senza di noi. [Carmine Mangone]

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N.B.: la presente pubblicazione digitale non include le Poesie erotiche di Bataille edite dal collettivo Nautilus di Torino.


Le poesie pornografiche e scanzonate del surrealista Benjamin Péret

Benjamin Péret, Ciò che sale lungo le tue cosce

ebook gratuito in pdf: http://maldoror.noblogs.org/files/2010/10/BenjaminPeret_PoesiePorno.pdf

I testi pesantemente osceni della presente raccolta sono tratti da: Les Rouilles encagées/Le Couilles enragées, opera che il poeta e rivoluzionario surrealista Benjamin Péret scrisse nel 1928, pubblicandola però nella sua integrità soltanto nel 1954 con l’editore parigino Eric Losfeld.

Qui li abbiniamo surrealisticamente ad alcuni problemi scacchistici dell’ungherese László Polgár, fornendovi le soluzioni in ultima pagina.